Nella Lettera pastorale per la Pasqua 2014 monsignor Giuseppe Giudice, presule di Nocera e Sarno, ricorda come sia necessario ritrovare «figure di riferimento capaci di prendere per mano e accompagnare nel cammino della vita»
«Alzati e mangia! Accogliere l’Eucaristia, dono della Pasqua». È questo il titolo della Lettera pastorale che monsignor Giuseppe Giudice ha scritto in occasione della Pasqua 2014. Un documento che tratta il tema del dono dell’Eucaristia e del disagio interiore, ovvero la depressione che il vescovo definisce «un lungo venerdì santo». Sono questi i due tasselli intorno ai quali si sviluppa il documento.
«Il disagio, la depressione, il non gusto per la vita spesso prendono la strada di casa – si legge in quarta di copertina – e abitano i nostri rioni e le comunità. D’un tratto la vita non ha più sapore e ci fa compagnia una tristezza indicibile per una sorta di fallimento esistenziale».
«Dobbiamo accettare, serenamente, che come il fisico ha bisogno di cure, così anche l’anima, la psiche, lo spirito abbisognano di buoni medici e di ottime medicine. Qui scienza e fede – scrive il presule – sono chiamate ad incontrarsi per servire l’uomo: i medici e il Medico celeste sono indispensabili per riprendere la strada della gioia».
Nella Lettera pastorale, monsignor Giudice ricorda anche come sia necessario ritrovare «figure di riferimento capaci di prendere per mano e accompagnare nel cammino della vita». Tutto questo senza dimenticare che non siamo soli, a sorreggerci c’è l’Eucaristia, il pane disceso dal cielo, offerto ogni domenica in parrocchia: «La Bottega della gioia».
La Lettera è in distribuzione nelle parrocchie. Inoltre, numerosi professionisti e associazioni che si occupano di disagio interiore ne hanno richiesto alcune copie per utilizzarle nel percorso che conduce fuori «dal carcere della depressione antropologica, culturale, pastorale», un cammino durante il quale c’è «bisogno di far provvista di gioia, gratuitamente donata».