Il politico di Sant’Egidio Monte Albino, oggi vicecoordinatore provinciale di Salerno di Forza Italia, è in nutrita compagnia. Negli Uffici giudiziari di Napoli il parere che emerge dalle carte processuali è: «Udeur? Una vera “associazione a delinquere”»
Un partito bollato come una associazione per delinquere, impegnato nella spartizione di poltrone e nella gestione di assunzioni clientelari. E’ questa, in estrema sintesi, la definizione dell’Udeur da parte dagli inquirenti della Procura di Napoli che hanno chiesto e ottenuto ieri il rinvio a giudizio del leader del partito del Campanile nonché da poco componente del comitato di presidenza di Forza Italia, l’europarlamentare in attesa di riconferma, Clemente Mastella, della moglie Sandra Lonardo, consigliere regionale e vicesegretaria regionale di Forza Italia, e di altri 15 imputati, tutti esponenti campani dell’Udeur. La decisione e’ stata adottata ieri dal gup Maurizio Conte: il processo comincerà il 18 giugno davanti alla nona sezione del Tribunale di Napoli. L’attività dei vertici dell’Udeur in Campania era finalizzata, come recita il capo di imputazione, “alla commissione di una serie indeterminata di delitti contro la pubblica amministrazione, e soprattutto all’acquisizione del controllo delle attività pubbliche di concorso per il reclutamento di personale e gare pubbliche per appalti ed acquisizioni di beni e servizi bandite da enti territoriali campani, aziende sanitarie e Agenzie regionali, attraverso la realizzazione di numerosi reati”. Il procedimento nasce dall’inchiesta relativa in particolare la gestione delle nomine all’Arpac, l’agenzia regionale per l’ambiente, e in alcuni casi anche in alcune asl e ospedali della Campania. Negli anni scorsi molti imputati furono rinviati a giudizio ma l’accusa di associazione per delinquere non era stata condivisa dal gup Eduardo De Gregorio, che aveva prosciolto da tale reato lo stesso Mastella e i suoi coimputati (rinviati a giudizio solo per altri reati). Tuttavia la Procura aveva fatto ricorso in Cassazione che aveva annullato quella parte della sentenza, disponendo una nuova udienza preliminare.
La vicenda fu al centro anche di un aspro scontro dialettico tra il gup e il pm Francesco Curcio.
Sono stati rinviati a giudizio anche gli ex assessori regionali Andrea Abbamonte e Luigi Nocera (oggi vicecoordinatore provinciale di Salerno di Forza Italia) e gli ex consiglieri regionali Nicola Ferraro e Fernando Errico, nonché Carlo Camilleri, consuocero di Mastella, Ruggiero Cataldi, ex direttore amministrativo Asl Benevento 1, Luciano Capobianco ex direttore generale dell’Arpac,
l’imprenditore Giuseppe Ciotola, Bruno De Stefano, direttore generale dell’Asl di Benevento, Cristiana Fevola, imprenditrice ed ex dirigente dell’Udeur, Vincenzo Lucariello, ex segretario generale del Tar Campania, l’imprenditore Massimo Palmieri, Mario Scarinzi, ex direttore generale dell’Asl Benevento 1, Antonello Scocca ritenuto socio di Camilleri, e Tommaso Zerella,
direttore sanitario dell’Asl Benevento 1.
«Dopo essere stato già prosciolto da un primo giudice del Tribunale di Napoli per lo stesso identico supposto reato, vengo rinviato a giudizio perche’ sarei stato ‘il capo di un’associazione per delinquere chiamata Udeur’ ovvero capo di un partito politico. Rinviato a giudizio ma non mi viene addebitato nessun fatto specifico. Mai nella storia repubblicana italiana si era verificata una tale
circostanza. E dire che l’Udeur ha contribuito ad eleggere presidenti della Repubblica e primi ministri», è il commento amaro di Mastella.
(fonte: Cronache del Salernitano)