De Prisco: «Dal 1992 il nostro territorio è stato dichiarato area ad alto rischio ambientale. Insieme alla seconda Università di Napoli e al Comitato Ambiente e Salute Area del Sarno indagheremo sulle patologie insorte da allora nelle nostre zone»
di Francesca Fasolino
Un progetto di indagine delle acque e delle alterazioni sul Dna per coloro che vivono nelle zone più a rischio dell’Agro. È il progetto di ricerca Area Sarno e ha l’obiettivo di effettuare uno screening per monitorare il livello di inquinamento e i consequenziali effetti su suolo, acque e popolazione. Questa mattina la presentazione del progetto presso l’ex ospedale di S. Chiara a Nocera Inferiore a cui hanno preso parte, oltre ad alcuni rappresentati dei comitati locali, anche gli esperti provenienti dalla Seconda Università degli studi di Napoli che, insieme al Comitato Ambiente e Salute Area del Sarno, lavoreranno in sinergia. «È un’indagine che non vuole creare allarmismo- dichiara il professor Rocco De Prisco, coordinatore del piano e collaboratore Cnr – ma che ci permette di avere delle conoscenze più precise anche su cosa beviamo e su cosa mangiamo. Inoltre già nel 1992 il nostro territorio è stato dichiarato area ad alto rischio ambientale e quindi riteniamo che ci possano essere dei legami tra inquinamento e sviluppo di alcune patologie». Questi gli step: monitoraggio di fattori inquinanti in acque, suolo e vegetali coltivati nei pressi dell’alveo Solofrana-Cavaiola, analizzando metalli pesanti e inquinanti organici, nonché l’osservazione di effetti biologici precoci in cellule di linfociti in giovani tra i 18 e i 30 anni, mediante prelievi di sangue, e che vivono nei comuni di Scafati, Nocera Inferiore, San Marzano, Angri e Nocera Superiore. La scelta dei campioni verrà effettuata attraverso un questionario grazie al quale si valuteranno stile di vita (fumatore o non, attività fisica, esposizione a fumo passivo) esposizioni ambientali al traffico o alla vicinanza di industria. Saranno presi maggiormente in considerazione coloro che vivono nei pressi di un fiume o di un canale e, in caso di disponibilità economica, si provvederà a ripetere, sui campioni scelti, le indagini due volte, sia nel periodo invernale che estivo I risultati ottenuti, sia per quelli riguardante il suolo e le acque che quelli sui ragazzi, verranno divulgati per portare all’attenzione di tutti i cittadini problematiche poco conosciute.
E intanto, nel pomeriggio di lunedì 31 marzo, si terrà a Napoli un consiglio Regionale monotematico relativo alla questione del “Grande Progetto Sarno”. Il comitato “No Vasche” ha già annunciato che ci sarà, insieme al sindaco di Nocera Manlio Torquato e Salvatore Carratù, ex sindaco di Montoro: altra amministrazione che si sta battendo contro le vasche di laminazione . «Facciamo sentire la nostra voce: tutti a Napoli», ha incitato Emiddio Ventre, presidente del comitato “No Vasche”.