Il geologo Giulio Caso lancia una proposta per gestire meglio le problematiche naturali che possono insorgere, mettendo a rischio l’integrità dei nostri insediamenti abitativi
Una chiacchierata per lanciare una proposta, è quella che abbiamo fatto con il geologo Giulio Caso, una delle nostre firme, che in materia di gestione del territorio ha una sua idea ben chiara e vuole portarla avanti diffondendola ad ampio raggio.
Una figura professionale abbastanza recente, quella del geologo, in quali settori esplica il suo lavoro?
«La funzione del geologo è quella di reperire ed utilizzare le risorse naturali necessarie allo sviluppo, di garantirne la tutela e la fruibilità nel tempo e di attendere alla sicurezza territoriale. In altre parole, il geologo è uno degli intermediari tra l’uomo e l’Ambiente. Il geologo è, quindi, a pieno titolo, un tecnico ed uno studioso della Terra che si inserisce nel complesso evolversi del rapporto uomo-ambiente, con una decisiva funzione sociale. La professione è in rapida evoluzione».
I rischi ambientali, sulla Terra in generale, ma anche nell’Agro, sono in aumento?
«Le alluvioni, i terremoti, le eruzioni vulcaniche, le frane, le variazioni climatiche ecc. hanno, spesso, messo a rischio sopravvivenza molte forme di vita sulla Terra e le stesse civiltà dell’uomo. Vi sono sempre stati processi alterativi. E’ l’aumento delle concentrazioni urbane che rende sempre più a rischio determinati territori, specie quando non si effettua una corretta pianificazione ambientale ed una valutazione della compatibilità geologica di alcune opere».
Si possono affrontare e superare i problemi ambientali?
«E’ possibile, basta conoscere, prevedere e prevenire. Iniziative tendenti a darci una completa conoscenza del territorio devono essere coordinate da un unico “Centro” di riferimento, un Archivio Unico Territoriale, esaustivo, per quanto è possibile, ed aggiornato su tutte le problematiche territoriali incombenti sul territorio. Ognuno può fare la sua parte; l’importante è la condivisione dei risultati. La conoscenza e le elaborazioni delle informazioni assunte, permetteranno di approntare adeguate politiche di intervento dopo aver meglio compreso le motivazioni che hanno caratterizzato il sorgere ed il permanere di un insediamento, in armonia con il territorio, in una continuità temporale a misura d’uomo e della natura. Una “Banca Dati Territoriale”, quindi, in cui siano registrati tutti i dati possibili, attualmente dispersi fra numerosi enti. La mancanza di un’unica banca dati darà sempre luogo a diversificazioni interpretative e quindi ad incomprensioni sul modo di agire per il fatto stesso di avere informazioni di parte e non complete.
La Terra è sempre riuscita, fin’ora, a riequilibrarsi, però dalla seconda metà del secolo XX, l’uomo ha creato una mole così vasta di interferenze sull’ambiente esterno da mettere in crisi le possibilità di riequilibrarsi.
Le soluzioni a problemi così generali, purtroppo, vanno ricercate, in gran parte, nelle scelte che si fanno a livello planetario, ma sono anche rilevanti le scelte che si fanno tutti i giorni, nelle nostre città, e la cultura ambientale che riusciremo a trasmettere alle future generazioni».