Potrebbe essere valutata con più attenzione la proposta dell’ingnegner Giovanni D’Amato, che non perde l’occasione per rispondere a muso duro al sindaco di Scafati, Pasquale Aliberti, che aveva accusato il Comitato di essere nemico del territorio e ambientalista solo di facciata
Sembrerebbe essersi aperto un dialogo tra l’Arcadis e il Comitato “Gente del Sarno” per quanto riguarda la questione del fiume più inquinato d’Europa. Nell’incontro tra le due parti, tenutosi lunedì mattina, è stata infatti analizzata e valutata l’idea progettuale dell’ingegner Giovanni D’Amato per una rinascita del Sarno. Tale proposta, relativa all’area della cosiddetta “ciampa di cavallo”, prevede il convogliamento delle acque sorgive del Sarno, permettendo quindi non solo di preservarne la qualità per il tratto successivo ma, una volta canalizzate, di far si che raggiungano la foce di Rovigliano intatte. Nessun tipo di risoluzione invece sulla questione vasche di laminazione, «Anche perché – come è riportato in una nota sull’incontro- non c’è uno studio alternativo da noi presentato in merito, nonostante sia stato più volte richiesto di contenere le acque naturali con sistemi di raccolta nei territori di pertinenza, rivedere le sezioni del torrente, differenziare il corso delle acque da “trattare” e garantire una qualità costante delle acque rendendole esenti dagli inquinamenti ancora oggi presenti lungo il corso delle stesse». Intanto lo stop giunto dal Tar di Napoli sulla realizzazione del progetto, in attesa di chiarimenti (entro il 30 luglio 2014) sui dati aggiornati relativi allo stato d’inquinamento del fiume Sarno e dei suoi affluenti Solofrana e Cavaiola, è l’occasione giusta per un momento di riflessione e, perché no, di unione tra le varie amministrazioni. Il Comitato infatti spera che tutti i comuni coinvolti nel progetto, in particolare quelli che non hanno aderito al ricorso, «Rivedano e rafforzino il loro operato per fermare o chiedere di rivedere quest’opera anche a monte, creando finalmente una rete di sindaci che mettano in campo anche forze tecniche per valutare, così come da noi fatto, idee alternative da poter sottoporre alla valutazione di Arcadis». La messa in stallo del Progetto Grande Sarno, sebbene sia un passo in avanti per tutti quei comitati e associazioni sorti per fermare quello che è stato definito sin dall’inizio uno scempio ambientale, non ha trovato l’approvazione del sindaco di Scafati Aliberti che, puntando il dito contro «i cosiddetti ambientalisti di facciata, dimostrano di essere nemici di questo territorio e di non voler risolvere il problema degli allagamenti e delle esondazioni del fiume», ha annunciato di voler effettuare un ricorso al Consiglio di Stato. La risposta non ha tardato a giungere via facebook da parte dell’ingegner D’Amato: «Caro Pasquale Aliberti, prima di esprimerti in codesto modo, informati. Se ci siamo permessi di criticare il Grande Progetto è perché effettivamente non funziona. Senza rendersene conto stanno distruggendo ogni possibilità di recuperarlo davvero e rivitalizzarlo. Non so se tu te le ricordi le anguille nel Sarno. Io si e ci puoi scommettere che prima di crepare le voglio rivedere nel fiume come una volta e anche meglio. Questo è possibile farlo con un progetto assai meno invasivo e costoso. Leggi le proposte alternative che da anni porto avanti e te ne potrai rendere conto che non è un sogno».
Francesca Fasolino