La Terza sezione del Tribunale amministrativo regionale ha ritenuto che il ricorso presentato dal Comitato “No Vasche” e dai comuni di Montoro e Nocera Inferiore potesse avere un fondamento, e ha bloccato tutto in attesa che Arcadis fornisca i dati mancanti per la rilevazione dell’impatto ambientale
Colpo di scena al Tar campano per la questione vasche di laminazione: la terza sezione del Tribunale amministrativo ha accolto la richiesta del Comitato “No Vasche”, e dei comuni di Nocera Inferiore e Montoro sancendo una sospensiva alla realizzazione del progetto regionale che tanto preoccupa amministrazioni locali e cittadini per i palesi gravissimi pericoli per la salute della popolazione delle zone interessate, al termine di una non breve camera di consiglio.
«Considerato all’esame sommario – scrive nel provvedimento il collegio di magistrati composto dal presidente Sabato Guadagno, dal consigliere Ida Raiola e dall’estensore Alfonso Graziano – proprio della cognizione cautelare e impregiudicato ogni altro profilo sia di rito che di merito – che il ricorso non sia del tutto sprovvisto di fumus boni juris, avuto riguardo alle prospettate deficienze istruttorie sotto i seguenti profili: a) se nel procedimento de quo sia stata adeguatamente considerata, alla luce di dati aggiornati, la situazione di inquinamento del fiume Sarno, dei corsi d’acqua affluenti di questo e della’area territoriale limitrofa; b) se sia stata valutata l’incidenza del progetto de quo, avuto riguardo alle modalità di realizzazione dello stesso, sulla preesistente situazione di inquinamento del bacino fluviale e dell’area territoriale richiamati». Il collegio, nel prosieguo, ha quindi sancito di accogliere l’istanza cautelare di sospensiva, e ordinare «alla Regione Campania di rendere, entro il termine del 30 luglio 2014, documentati chiarimenti in ordine ai seguenti profili: a) se nel procedimento de quo sia stata adeguatamente considerata, alla luce di dati aggiornati, la situazione di inquinamento del fiume Sarno, dei corsi d’acqua affluenti di questo e della’area territoriale limitrofa; b) se sia stata valutata l’incidenza del progetto de quo, avuto riguardo alle modalità di realizzazione dello stesso, sulla preesistente situazione di inquinamento del bacino fluviale e dell’area territoriale richiamati».
Il Tribunale ha poi fissato la prossima udienza al 9 ottobre 2014, ed ora sono in molti a sperare che, come parrebbe da indagini fatte dai membri del Comitato e da qualche parlamentare, i dati richiesti non siano disponibili come pare dal fatto che non siano stati inseriti nella valutazione di impatto ambientale (Via), e se esistano, che essi siano tanto lontani dall’esser “tranquilli” da poter definitivamente bloccare il progetto.
«Voglio ringraziare tutti gli amici del comitato, e le associazioni che hanno sostenuto questa battaglia – ha dichiarato il presidente Emiddio Ventre – Un grazie particolare va al sindaco Torquato che con la sua amministrazione ha supportato in adiuvandum il nostro ricorso. Siamo coscienti che è sola una prima tappa, di un lungo percorso, ma per il bene della nostra terra e dei nostri figli continueremo a lottare facendo arrivare la nostra voce in Europa. Non si può ingannare un popolo facendo apparire il fiume più inquinato d’Europa, come un ruscello di acqua pura».