Il presidente del Comitato, Emiddio Ventre, in vista dell’appuntamento al Tar di giovedì prossimo anticipa sulle pagine del nostro giornale una serie di considerazioni e valutazioni
di Emiddio Ventre
La Regione ha indetto una conferenza di servizi, per il giorno 18 marzo, per installazione di circa dieci stazioni di rilevamento dell’ inquinamento del fiume. Questo, credo, per giustificare la grave mancanza di dati all’interno del SIA (Studio d’Impatto Ambientale), documento pubblicato il 02 luglio 2013 quale elaborato fondamentale del progetto preliminare, e successivamente valutato dalla commissione Via (Valutazione impatto ambientale), la quale ha comunque espresso parere favorevole con l’unica prescrizione: “Tenuto conto delle finalità del progetto, preliminarmente all’attivazione delle opere di laminazione e di derivazione in seconda foce, dovrà essere assicurata la compatibilità ambientale delle acque recapitate nelle suddette opere Quindi con le stazioni di monitoraggio vorrebbero assicurare la “compatibilità ambientale delle acque”.
Mi permetto di esprimere il mio parere contrario, per una serie di ragioni. La prima è che Arcadis dice di aver monitorato per dieci anni la qualità delle acque con dati presenti all’interno del SIA, ed in virtù della bontà degli stessi, hanno proceduto a progettare le vasche assorbenti e seconda foce. La seconda è che in seguito alla mancanza dei dati due Procure (Nocera ed Avellino)hanno aperto un fascicolo per omissione di dati e falso in atti d’ufficio, e ad oggi ci risulta che i fascicoli non siano stati archiviati. Tre: i dati dovevano essere presenti nel SIA, per consentire alla commissione una giusta valutazione in merito agli effetti che l’opera avrà sulla salute e l’ambiente in futuro. Qual è la conclusione? Non si può pensare di fare dei monitoraggi in futuro per giustificare una carenza in un atto amministrativo (VIA) del passato. Quando sono loro stessi ad affermare di aver monitorato e pubblicato a pagina 59 del SIA. Possono far colpo sui politici, ma non spero sui giudici. Ciò che nel fiume si scarica quando piove, non serve immaginarlo: basta vedere le foto allegate scattate nella zona di Casarzano mercoledì pomeriggio 05 marzo scorso, quando in seguito alla pioggia che stava cadendo a monte, sono confluiti nel fiume anche reflui di dubbia natura, ed infatti l’acqua è diventata nera. Se vogliono sfruttare questa rete di rilevamento per sostenere il progetto, devono almeno fare un anno di monitoraggio in continuo 24 ore su 24, rifare lo studio d’impatto ambientale con i dati che rileveranno, rifare la VIA e poi ne ridiscutiamo.