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Eccoci, siamo all’8 marzo: come ogni anno prezzi delle mimose alle stelle e persone che almeno una volta all’anno si ricordano di qualcosa simile ad un fiore per la propria moglie o fidanzata.

Ma quanti uomini conoscono il significato reale di questa giornata, e soprattutto quante donne?

A me pare che una parte significativa di quest’ultima categoria, le donne, genere preziosissimo per l’umanità, faccia l’impossibile in queste 24 ore per distruggere un intero anno di lotta al femminicidio, di campagne per la parità dei sessi, di battaglie per far varare leggi per la parità di genere negli enti pubblici e via di seguito.

Perché? Per il semplice fatto che in queste 24 ore per molte donne vale il vecchio adagio “semel in anno licet insanire”, ovvero, “una volta all’anno è lecito impazzire”. E quindi via a serate varie con improbabili sexy balletti con lo spogliarellista reclutato per l’occasione, e a spettacoli che potrebbero essere simpatici e goliardici se fatti a casa di un’amica ma che tolgono molta dignità a quelle che li fanno in pubblico.

Che pensereste, care amiche, se un bel gruppo di maschietti, magari attempati e panciuti, iniziassero in un locale a sbavare sulla spogliarellista, e, nei casi più spinti, a spogliarsi essi stessi mettendo in mostra carni che hanno conosciuto tempi ben migliori, o addirittura si sfilassero simpaticamente i boxer con improbabili movenze sensuali?
Sicuramente chiamereste la “Buoncostume” e la Neurodeliri…
E perché allora non si dovrebbe fare altrettanto con voi quando la sera dell’8 marzo invece di rafforzare la vostra dignità vi comportate al pari se non peggio della peggior specie dei maschi?

Di Gigi Di Mauro

Giornalista con esperienza quasi quarantennale, è educatore e pedagogista clinico. Da oltre un ventennio si dedica allo studio della storia comparata delle religioni, ottenendo nel 2014 dal Senato accademico dell'MLDC Institute di Miami una laurea Honoris Causa in studi biblici. È autore di alcuni saggi, tra i quali uno sulle bugie di storia e religione

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