L’amministrazione Torquato, sul filo di lana della scadenza del tempo utile, decide di scendere ufficialmente in campo contro il progetto “Grande Sarno”. Intanto stamattina una nuova petizione è stata recapitata alla Regione per fermare i lavori
Ora è ufficiale: il comune di Nocera Inferiore è contro le vasche, e sarà attore di un ricorso al Tar contro il progetto. Lo ha annunciato stamattina il sindaco Manlio Torquato con un messaggio diffuso attraverso Facebook. «E’ di stamane – scrive il primo cittadino – la delibera di giunta con la quale il comune di Nocera Inferiore si costituirà innanzi al Tar Campania, sezione di Salerno, intervenendo nel giudizio già promosso dal “Comitato NO VASCHE” con ricorso, al fine di sostenerne le ragioni e proponendo specifico autonomo atto ad adiuvandum». Contemporaneamente, una nuova petizione è stata recapitata alla Regione Campania per fermare il progetto Grande Sarno.
L’ha presentata Emiddio Ventre, presidente del “Comitato no vasche, no inquinamento, si alla messa in sicurezza del fiume Sarno”.
«Abbiamo appena inviato tramite pec al presidente della Regione e per conoscenza al Ministro dell’Ambiente, al presidente commissione Europea, alla provincia di Salerno e sindaco di Nocera Inferiore – ci spiega il dottor Ventre – le 2040 firme raccolte a Nocera dal Comitato No Vasche per dire NO alle vasche di laminazione senza compromessi. Non si vende la salute dei nostri figli, ne vogliamo incontri chiarificatori con i tecnici. I chiarimenti li dovranno fornire al Tar e alle procure. Ma inviamo le firme per rispetto delle persone che hanno firmato, certi che serviranno a ben poco, se non a niente».
La petizione, quand’anche dovesse essere solo un atto presentato per rispetto ai cittadini che l’hanno sottoscritta, scende molto nel dettaglio nel presentare le problematiche che affliggerebbero gli abitanti delle zone interessate ai lavori. Secondo questa analisi, «il fiume esonda nel 90% dei casi per rottura degli argini fatiscenti di origine borbonica e per mancata manutenzione e dragaggio, statisticamente questo a Nocera è successo 5 volte in 10 anni. Le vasche di laminazione assorbenti entrerebbero in funzione sistematicamente quando il fiume
supera il livello di un metro (come previsto da progetto), cioè sempre o soprattutto quando piove, momento in cui si scaricano illegalmente reflui industriali ed aumenta a dismisura la concentrazione di metalli pesanti, per cui anche la diluizione 1:5 non impedirebbe la contaminazione delle falde, come relazionato e dimostrato dal professor Franco Ortolani, ordinario di Geologia». La relazione poi continua mettendo in evidenza che, alla luce della situazione tracciata nel primo paragrafo, «Sistematicamente si inonderebbe una superficie pari a 600 mila metri quadri di cui 200 mila solo nel comune di Nocera Inferiore, con sicura contaminazione della falda dalla quale attingiamo l’acqua per l’agricoltura e per l’acquedotto».
Poi Ventre ricorda ai destinatari della petizione che nel comune di Nocera Inferiore insistono, a poche centinaia di metri dai terreni interessati ai lavori, i pozzi di San Mauro e Santa Marina di Lavorate, che forniscono l’acqua
all’Ato 3 Sarnese – Vesuviano comprendente 76 comuni.
L’analisi tocca anche l’aspetto economico: «A Nocera – scrive Ventre – abbiamo già una vasca da 3 ettari nella zona San Mauro-Cicalesi, per la quale la Regione ha stanziato 12 milioni di euro, ovvero 4 milioni ad ettaro, per la pulizia, perché contenente fanghi contaminati da metalli pesanti. Tra 5 anni avremmo 60 ettari di vasche da pulire, per le quali occorreranno 240 milioni, cioè più di quanto costa oggi per costruirle».
Il comitato, per bocca di Ventre, propone anche delle soluzioni alternative:rifacimento degli argini, ampliamento del fiume ove possibile, dragaggio e pulizia. Infine il lato salute: secondo il presidente del “No Vasche”, attraverso una indagine fatta con i dati in possesso dei titolari delle pompe funebri nocerine, il 70% dei deceduti attualmente ha come causa un tumore, portando l’Agro in vetta alle tristi classifiche del settore. «Con le vasche – conclude con amarezza Emiddio Ventre – le morti per tumore potrebbero salire al 100%».