Decisa presa di posizione dei Democratici: in una conferernza a Nocera Inferiore la dirigenza regionale del Partito presenta il suo piano di azione per bloccare quello che da più parti viene ritenuto uno scempio per il territorio: «Riesumate iniziative vecchie di dieci anni solo per accaparrarsi un po’ di fondi europei»
di Francesca Fasolino
Dire no ad un’opera invasiva per il territorio che non porterà a nessuna risoluzione del problema legato alle esondazioni e pensare prima alla bonifica: questo il succo dell’incontro del Pd. Una riunione per ufficializzare la posizione contro il Progetto Grande Sarno e, in particolare, contro la realizzazione delle vasche di laminazione. Nell’incontro, avvenuto questa mattina nella sede del Pd di Nocera Inferiore, si è parlato dell’impatto negativo e dell’inutilità del progetto in un territorio già martoriato e devastato da un’urbanizzazione selvaggia. «È un progetto che non solo non prende in considerazione la bonifica del fiume Sarno, ma che non risolverà il problema delle esondazioni- dichiara il segretario Antonio Iannello – ciò che faranno queste vasche sarà ridurre, ma non eliminare il rischio esondazione. L’interesse dell’Arcadis, di Caldoro e di Cosenza è soltanto quello di utilizzare questi 217 milioni di euro». Stesso parere per il consigliere regionale Variante che esprime il suo parere sull’inutilità del progetto: «Quella delle vasche di laminazione è una proposta fallimentare e che mette a rischio la salute dei cittadini, non soltanto dell’Agro, ma anche di quelli delle altre zone coinvolte. Realizzare questo scempio, per di più in pieno centro cittadino, vorrebbe dire far respirare alle persone sostanze tossiche. Quindi non soltanto sarebbe un vero spreco di territorio agricolo, ma in particolare un’opera che accoglierà acque putride e infette e che inquinerà ancora di più il territorio. Ci sono soluzioni alternative per la messa in sicurezza del fiume Sarno, ma bisogna pensare prima alla bonifica». I membri del Pd quindi stabiliscono delle priorità: prima la bonifica del Sarno e poi la messa in sicurezza. «Siamo consapevoli del problema legato alle esondazioni, le piogge di questi giorni stanno dando un’ulteriore conferma, ma le vasche non sono una soluzione, o meglio, bisogna utilizzare tutti questi soldi per la bonifica e poi per un’opera che non devasti un territorio già martoriato da un’urbanizzazione selvaggia». Alla riunione ha preso parte anche il capogruppo Lello Topo che ha parlato della necessità di rivedere il progetto, di un confronto tra regione e comuni e, altro punto fondamentale, interrogare la regione su chi effettuerà le opere di manutenzione delle vasche.