Stamani una rappresentanza del comitato sorto per contrastare la realizzazione delle vasche di laminazione e della seconda foce del fiume più inquinato d’Europa ha incontrato il governatore della Campania
Sono sul tavolo del governatore Caldoro le oltre quattromila firme raccolte dal comitato “Gente del Sarno” per chiedere alla Regione di non avviare i lavori di costruzione delle vasche di laminazione.
Stamani una rappresentanza del comitato, accompagnata dai parlamentari Silvia Giordano, Vega Colonnese e Sergio Puglia, ha raggiunto via Santa Lucia dove, dopo qualche difficoltà burocratica, ha potuto raggiungere l’obiettivo sperato.
Il gruppo ha rischiato di rimanere fermo all’ingresso della sede del Consiglio Regionale, per un diguido in base al quale non risultava agli uscieri l’appuntamento. Poi tutto si è risolto per il meglio e vi è stato l’incontro prima con Del Gaizo, Capo del Gabinetto di Presidenza, e poi direttamente con il governatore Stefano Caldoro.
«Devo dire – ci spiega Pasquale Milite del M5S che era con il gruppo – che abbiamo trovato un clima completamente diverso da quello verificatosi in Regione in occasione dei precedenti incontri, ai quali ho assistito e dove mai si è entrati nel merito delle obiezioni che si ponevano al Grande Progetto fiume Sarno così com’è. Il presidente della regione Campania, Stefano Caldoro, – continua l’ex candidato sindaco – ascoltate le motivazioni in merito alla richiesta di sospendere l’esecuzione del progetto, ed instaurare un tavolo, si è reso disponibile ad organizzare un incontro con i comitati, i sindaci, i progettisti di Arcadis ed i tecnici di riferimento delle aree maggiormente interessate dai lavori, come Torre Annunziata e Nocera Inferiore, dando la disponibilità ad organizzarla al più presto. Inoltre, con il dottor Del Gaizo si è evidenziata la necessità di una visita sui territori, per potersi rendere conto anche visivamente delle aree interessate e della loro importanza in merito alla posizione. In particolare per lo scoglio di Rovigliano. La speranza è – conclude Pasquale Milite – che l’incontro sia solo un inizio dell’ascolto e che ci sia in futuro una concretizzazione della disponibilità dimostrata».