Gli abitanti della Valle sono ormai sfiduciati: il tempo passa inesorabile e il corso d’acqua resta il più inquinato d’Europa. Troppi veti incrociati fra autorità
di Paloma Féliz
Perchè non si risolve il problema? È una domanda che si fanno i cittadini della Valle del Sarno che affermano essere sfiduciati vedendo che al passar degli anni resta intatto il problema dell’ inquinamento del fiume Sarno. Ogni iniziativa adottata nel tempo non risulta mai sufficiente. Al Convegno del comitato “DifendiAmo” abbiamo raccolto qualche opinione.
Alfonso Atipaldi è uno dei tanti cittadini che hanno perso la speranza. Afferma che sono tanti i divieti incrociati che fermano le varie inizitive che da anni presentano gli esperti geologici e ambientali che vogliono aiutare a risolvere il poblema.
«Da quaranta anni che il fiume Sarno è il più inquinato d’ Europa, – spiega Alfonso Atipaldi – da quaranta anni stanno ancora cosi, insomma si perde la fiducia su questi politici. Ci vorrevere un potere decisionista, qualcuno, un autorità che senza ascoltare tante voci prenda decisioni precise».
E mentre le principali autorità non intervengo urgentemente sul fiume di Sarno, sono tanti i segnali che dimostrano che le contaminazioni sono il principale fattore dell’aumento negli ultimi anni dei tumori sul territorio.
Secondo il dottor Giseppe Avallone, residente a Nocera Inferiore, non ci sono dubbi sul collegamento di questi tumori con l’ inquinamento del fiume Sarno.
«Dobbiamo tenere presente – ci dice Avallone – che l’impatto sull’ambiente non è, per così dire, limitato ai tumori, ma impatta anche sulla qualità dalla vita cittadina: noi qualche decennio fa producevamo e raccoglievamo gli ortaggi senza problemi, ma oggi non sappiamo più se mangiarli e coltivarli per paura dell’ inquinamento».
Il medico Carlo Montinaro propone anche una maggiore coscienza da parte dei residenti dell’ Agro: «Ci deve essere la buona volontà e anche conscienza non solo da parte del Comune ma anche della popolazione per inquinare meno il Sarno».
Una strategia da usare e da attivare sarebbe una bonifica ambientale a tutto campo, anche eliminando la costruzione delle vasche di laminazione che possono inquinare le falde acquifere, suggerisce il dottor Francesco Califano.
«Come pediatra mi sento corresponsabile – dice Califano – se non si fa niente adesso, perchè chiaramente quelli che pagheranno maggiormente le coseguenze sono le generazioni future che non hanno certamente in questo modo un futuro roseo».