Successo oltre l’immaginabile per l’iniziativa promossa dal comitato “DifendiAmo”. La massiccia partecipazione entusiasma gli organizzatori e mostra quanta sensibilità vi è nell’Agro per il problema. «Insieme siamo la forza», commenta entusiasta un attivista M5s su Facebook
di Enrica Granato
Tutela e rispetto per l’ambiente: sulla base di questi presupposti, il coordinamento “DifendiAmo” (che vede coinvolti comitati, associazioni e cittadini) ha organizzato ieri pomeriggio, a partire dalle ore 17:00, presso la sala consiliare del comune di Nocera Inferiore, un convegno per la salvaguardia ambientale dell’Agro Nocerino-sarmese.
Il Comitato per la salute, il comitato “No vasche”, il comitato “Gente del Sarno”, l’ associazione “Ada”, l’associazione “Amdot”, il Tribunale per i diritti del malato, la Pro Loco “Nuceria Alfaterna”, l’associazione onlus “La fucina”, l’ associazione “Cittadinanza attiva”, lo Spi Cgil, la Fist Cisl, l’associazione ”S. Francesco”, il comitato “Via fratelli Buscetto” ed il comitato “Cavaiola” hanno incontrato il sindaco Manlio Torquato per esporre le varie perplessità in merito al progetto “Grande Sarno” di Arcadis e regione Campania. Queste ultime, infatti, vorrebbero realizzare 60 ettari di vasche di laminazione assorbenti nella Valle del Sarno ed una seconda foce a Rovigliano, spendendo ulteriori 217 milioni di euro di fondi pubblici, senza tener conto dell’inquinamento presente nei fiumi Solofrana e Cavaiola, dove ancora oggi si continua a scaricare illegalmente reflui industriali ed urbani.
Il convegno, dal titolo “Affinchè l’Agro non diventi una seconda Terra dei Fuochi”, ha visto una partecipazione visibilmente numerosa di cittadini.
«Nocera Inferiore non è Caserta, non è Aversa – ha dichiarato il Primo cittadino – Sollecitare l’attenzione per il problema dell’inquinamento è doveroso ma non bisogna trasformare in attualità ciò che attualità non è. In 50 anni abbiamo assistito ad una regressione di tutti gli aspetti ambientali, questo è vero, e Nocera ha un’oggettiva difficoltà relativa ad una matassa che si è avvolta su se stessa per decenni. Ci sono vari fronti di impegno per risolvere la questione e questo incontro rappresenta una forma di attenzione e di sensibilità che l’amministrazione manifesta, e di sostegno perché non ci sia mai una seconda ricaduta economica o produttiva. Ma Nocera non è la Terra dei Fuochi, ed il problema dell’inquinamento non è circoscritto solo al nostro Comune ma a tutto il comprensorio dell’Agro».
Nella stessa mattinata di ieri e nella stessa sede comunale, la dottoressa Teresa Cuomo, presidente del Comitato per la salute, aveva partecipato al convegno “Sospensione radioterapia nell’Agro Nocerino Sarnese” per puntare i riflettori sull’interruzione del servizio di radioterapia presso l’Umberto I a meno di un anno dal taglio del nastro del Polo oncologico : collegandosi a quest’ultimo, ha sentenziato che «Purtroppo la valle dell’Agro ha un’alta densità di tumori e lo scopo di questi dibattiti è proprio tutelare le generazioni future».
Secondo un rapporto dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) del 1997, infatti, nell’Agro nocerino-sarnese la mortalità per tumori è tra le più elevate in Europa: la creazione di vasche porterà inquinanti nelle falde e, di conseguenza, nella catena alimentare attraverso il prelievo di acqua dai pozzi esistenti, già contaminati da elementi nocivi come il cromo, il piombo, il cadmio e l’arsenico.
A fare chiarezza sullo stato attuale del territorio e del progetto Grande Sarno è intervenuta anche l’assessore all’ambiente Tonia Lanzetta.
«Prima di portare avanti l’idea di ampliare la precedente vasca di laminazione presente in zona Cicalesi e prima di crearne un’altra a Casarzano, è necessario innanzitutto fare valutazioni di carattere ambientale: al momento, infatti, non abbiamo dati e non conosciamo il livello d’inquinamento di quelle terre perché non ci sono mai stati comunicati. E questo non consente alla macchina amministrativa di procedere con uno stato d’animo sereno. Si tratterebbe di un’opera invasiva che si dovrebbe realizzare in un territorio già compromesso».
A chiudere il convegno, moderato dal giornalista Nello Ferrigno, sono stati il geologo Franco Ortolani, il professore Rocco De Prisco (ricercatore associato Cnr) ed il professore Antonio Marfella, oncologo- tossicologo, i quali hanno evidenziato come, vasca o meno, i problemi di salute dei cittadini restano: dal registro tumori , infatti, si evince che negli ultimi anni la percentuale di morte per cancro a causa dei veleni smaltiti nei terreni è molto elevata, al punto da allarmare l’Organizzazione mondiale della sanità e gli oncologi dell’Istituto Pascale di Napoli.
Leggi cosa pensano sul problema i cittadini dell’Agro