Intesa di massima dell’amministrazione comunale con il coordinamento “DifendiAmo” per contrastare i pericoli ambientali e di salute che potrebbero derivare dalla realizzazione delle vasche di laminazione
di Francesca Fasolino
L’Amministrazione comunale è con i comitati che non vogliono la realizzazione delle vasche di laminazione sul territorio. Potrebbe sintetizzarsi così, in modo positivo, il risultato dell’incontro tenutosi nella sede dell’Amdot, a Nocera Inferiore, del coordinamento “DifendiAmo”, che racchiude numerosissime associazioni e comitati che hanno obiettivo comune di difesa del territorio dell’Agro e della salute dei suoi abitanti. Obiettivo della riunione, cui erano presenti l’assessore Tonia Lanzetta e il sindaco Manlio Torquato, discutere e contrastare quella che è stata definita da Emiddio Ventre, presidente del comitato “No Vasche” «Una falsità messa in atto dalla regione», ovvero l’investimento di 216 milioni di euro nel progetto “Grande Sarno”. Questo comprende la realizzazione di 60 ettari di vasche di laminazione, che da Montoro Inferiore giungerebbero a Torre Annunziata, e che raccoglierebbero le acque del fiume più inquinato d’Europa. Punto focale della riunione è stato quello di capire le posizioni dell’amministrazione in merito a tale progetto. Il primo cittadino Manlio Torquato e l’assessore alle politiche ambientali, Tonia Lanzetta, hanno avuto modo di ascoltare il percorso compiuto fino a questo momento dai comitati e dalle varie associazioni. Dalla richiesta della pubblicazione di dati aggiornati relativi allo stato delle acque, all’esposto inviato alle 5 Procure (Napoli, Torre Annunziata, Nocera Inferiore, Salerno e Avellino) dopo aver appreso che la commissione VIA (valutazione impatto ambientale) non era in possesso dei tali dati. Su parametri inesistenti o risalenti a prima del 2002, le condizioni complessive del fiume sono state dichiarate in netto miglioramento, e da queste falsate constatazioni è scaturito il parere positivo al progetto da parte della Regione e dell’Arcadis. Invece, ha ribadito Ventre, «da dati oggettivi quali colore e odore, si evince che siamo davanti al fiume più inquinato d’Europa, e non è ammissibile che vengano create delle vasche assorbenti (20 ettari solo a Nocera) con acque piene di agenti inquinanti che metteranno a rischio la salute dei cittadini e delle generazioni future, sia perché verranno contaminate le falde già compromesse, sia perché ci sarà un aumento di patologie tumorali che a seguito di studi risultano raddoppiate negli ultimi 5/10 anni rispetto alla media nazionale». Lo stesso Ventre, a proprie spese, ha effettuato e pubblicato i risultati allarmanti a seguito di analisi effettuate su un campione d’acqua prelevato dal fiume Solofrana: nessun valore rientra nella norma. È stato chiesto quindi all’amministrazione di prendere una posizione in merito a tale questione: appoggiare o voltare le spalle alla salute dei cittadini, tenendo presente che nel 2007 era scattato, su richiesta dell’Arpac, il divieto di irrigazione, che poi è stato confermato dal Consorzio di bonifica il 12 dicembre 2013. Interessante è stato l’intervento del professor Rocco De Prisco, che ha evidenziato la connessione tra l’aumento di patologie tumorali, in particolare cervello, gastro-intestinali e leucemie, e il territorio inquinato dell’Agro Nocerino Sarnese. Connessione che era stata già sottolineata nel ’95. A seguito di studi condotti nel 2008 su campioni di acque, alimenti e capelli provenienti dall’Agro, ha spiegato ai presenti De Prisco, è stata evidenziata la presenza di sostante altamente nocive per l’organismo quali arsenico, mercurio e altri metalli pesanti. «Non possiamo costruire un castello su un letto di fango. La Regione deve assumersi le proprie responsabilità, bonificare il fiume e poi costruire, altrimenti si distruggerà un territorio». Questo l’appello del professore. In fase conclusiva il sindaco ha dichiarato la sua volontà di voler affiancare i vari comitati per il ricorso al TAR (termine ultimo è il 9-01-14) per ottenere i dati oggettivi circa lo stato delle acque, puntualizzando però come ci sia l’urgenza di evitare il ripetersi di esondazioni come quelle avvenute del settembre e nell’ottobre 2012. Un circolo vizioso quindi, in quanto le vasche avrebbero il compito di evitare lo straripamento del fiume in caso di forti piogge, ma tali vasche avrebbero effetti devastanti sui cittadini per gli agenti inquinanti presenti nelle acque del fiume. Intanto obiettivo principale del comitato sarà quello di effettuare uno screening dei metalli pesanti presenti nel sangue dei cittadini e nel sottosuolo.