Diventa allarmante la situazione igienica in diversi punti della città. Da più parti si chiede all’Amministrazione comunale una presa di posizione e la rigida applicazione del regolamento del 2007 che potrebbe decisamente rendere più piacevoli le passeggiate dei nocerini
di Enrica Granato
Da mesi, ormai, passeggiare in alcune zone della città è diventato un incubo per residenti e pedoni occasionali, costretti ad effettuare diversi slalom pur di non calpestare i maleodoranti residui dei quattrozampe lasciati in bella mostra sui marciapiedi.
La colpa, ovviamente, è da addossare a chi porta a spasso il proprio cane, abbandonando le feci di quest’ultimo sul bordo della strada o ovunque si trovino, ignorando un’ ordinanza comunale (che prevende l’obbligo di munirsi di apposite pinze per la raccolta e sanzioni per i trasgressori) ed imbrattando luoghi pubblici, spesso a ridosso di portoni e alberi.
Oltre a ledere il decoro della città, la mancanza di senso civico e responsabilità di alcuni nel provvedere alla pulizia degli escrementi sta diventando un serio problema che pregiudica la vivibilità delle aree stesse: la spiacevole esperienza di pestare il “ricordino” di turno (attribuibile in minima parte ai randagi presenti sul territorio) è un inconveniente con cui fare i conti ogni giorno in diverse zone del Comune.
Via Domenico Rea, ad esempio, è letteralmente invasa quotidianamente da bisognini di ogni dimensione, abbandonati alla mercè di bambini e di distratti passanti, costretti a destreggiarsi abilmente all’ultimo momento o scendere dal marciapiede, rischiando di essere investiti dalle auto in transito. Così come via Fucilari e via Pucci sono diventate oramai un “letamaio a cielo aperto”.
«Più che colpevolizzare i poveri cani, direi che i veri rozzi sono i padroni a cui non importa nulla del prossimo» dichiara Maria Grazia De Chiara.
Le deiezioni canine, oltre ad emanare un cattivo e fastidioso odore, contengono una cospicua varietà di parassiti, germi e batteri, e rappresentano veicoli di malattie a volte anche estreme: in alcuni casi, infatti, potrebbero portare alla cecità.
«Alcuni proprietari di animali sono incivili – commenta Ernesto Carratù – e alla inciviltà si corregge con l’applicazione della legge e dei regolamenti. Abbiamo un regolamento dal 2007 disatteso da tutti e non fatto rispettare: questa è una città dove l’amministratore deve avere coraggio e non nascondere la polvere sotto il tappeto».
Purtroppo, chi non viene avvistato in flagranza mentre omette di ripulire la via pubblica non può essere oggetto di contravvenzione da parte della Polizia Municipale, che comunque monitora le varie vie (anche se raramente verifica la disponibilità di sacchetti e palette dei padroni a spasso con i propri cani).
Tolleranza zero, segnalazioni e campagne di sensibilizzazione per la tutela dell’ambiente potrebbero essere un inizio per la lotta ai “furbetti”, che di certo non mancano.