Dal 2008 la struttura naviga quasi nell’illegalità a causa del mancato adeguamento del numero dei consiglieri di amminitrazione. Resta il paradosso dei due vicepresidenti, e finalmente cominciano a crescere le somme raccolte quali pedaggi di ingresso dei mezzi che trasportano la merce
di Nicola Sorrentino
Quale destino per il mercato ortofrutticolo Nocera-Pagani? In molti se lo son chiesti, soprattutto a Nocera Inferiore, dove da quasi un anno oramai si prova ad adeguare il consiglio d’amministrazione al numero consentito per legge e a decidere, una volta per sempre, in merito all’acquisizione della struttura in favore dei Comuni di Nocera e Pagani. Due vicende ben distinte ma che procedono in parallelo. La questione Cda è piuttosto intricata: dopo la scadenza naturale avvenuta nel mese di ottobre, il Comune di Nocera Inferiore aveva avanzato due volte richiesta di adeguamento dello statuto. Nel dettaglio bisognava ritoccare il numero e i compensi dei consiglieri del Consiglio di amministrazione. Aggiustamento che si sarebbe dovuto attuare già nel 2008, vista la finanziaria del 2007 che aveva previsto una semplificazione nella composizione dei cda delle società nelle quali c’era la partecipazione di enti pubblici territoriali. La legge aveva stabilito inoltre un numero massimo di componenti per ciascuna tipologia di società. Oggi il mercato ortofrutticolo ha 12 consiglieri che, secondo legge, andrebbero però ridotti a 5. A questi 5, a loro volta, andrebbe ridotto poi il compenso (ogni consigliere d’amministrazione costa 120 euro di gettone per ogni seduta convocata). Sulla riduzione dei costi solo Nocera Inferiore ha fatto la voce grossa: prima con il delegato del Comune Francesco Cicalese e poi con il primo cittadino Manlio Torquato. Le “storture di tipo economico” del mercato, secondo qualcuno, sarebbero però molte: oltre al numero di consiglieri non ancora adeguato, nell’ultimo bilancio chiuso in positivo è stato possibile effettuare uno screening di tutte le spese ridotte e di quelle che invece incombono ancora in negativo. Seppure il documento contabile si sia chiuso con un attivo di 27.074 euro e una riduzione del debito pari a 67.862 euro, ci sono ancora 640.692 euro che il mercato dovrebbe corrispondere ai vari fornitori. Mentre in termini di crediti esigibili, sia Pagani che Nocera devono versare per “copertura perdita” rispettivamente 91.666 e 80.352 euro. E se le spese di rappresentanza non sono state ancora ridotte a sufficienza, si è scoperto, dalla relazione sull’andamento della gestione nell’anno 2012, che in passato era decisamente consistente l’evasione del pedaggio sugli ingressi dei mezzi di circolazione. A tal proposito, nell’ultimo anno, si è registrato un aumento di incassi pari al 39%, passando dunque da 476.057 euro del 2009 a 664.691 euro nel 2012. Questo grazie ad alcune modifiche – per qualcuno “tardive” – fatte nel sistema degli ingressi. Resta tuttavia ancora irrisolta la presenza di ben due vice presidenti nella struttura. In questo caso non c’è un aggravio di costi, ma la divisione di un compenso per due persone che – secondo molti – andrebbe rimossa prima possibile. Nel 2014 potrebbe però cambiare qualcosa, visto che anche il Comune di Pagani, con la triade commissariale, si è mosso insieme a Nocera Inferiore chiedendo quanto prima la convocazione di un’assemblea che porti all’ordine del giorno l’adeguamento dei consiglieri nel Cda. Tuttavia non sarà facile giungere alla riduzione, non solo perché la proposta del Comune di Nocera Inferiore è stata già respinta per ben due volte dal resto dei soci. Ma anche perché, secondo il presidente Antonio Guerritore, l’adeguamento non sarebbe previsto secondo alcuni pareri legali richiesti proprio sull’argomento. Ancora più complicata invece la questione relativa all’acquisizione della struttura: nonostante la Regione Campania abbia sollecitato più volte ad attribuire ai due comuni la proprietà e la gestione successiva, nulla è cambiato. La stessa non ha mai immaginato tra l’altro di procedere ad un commissariamento del mercato, al fine di risolvere in maniera differente la situazione. La stessa resta di forte “incertezza”, vista l’incidenza negativa che “questo stato di precarietà” comporta sull’andamento complessivo del mercato e sulle sue prospettive. Il problema però è economico e per ora, pare sia destinato a non risolversi.