Circa trenta dipendenti hanno inscenato domenica una manifestazione sotto casa dei De Santis, proprietari della Ipervigile, cui è stata revocata la licenza ad operare. I toni sono forti: «Dovunque vadano, saremo la loro ombra». E rivendicano i loro giusti diritti

 

 

Il dramma del lavoro in pieno centro, nel senso più letterale del termine. E’ quanto successo domenica mattina, all’esterno del bar Nasti (uno dei punti di maggiore aggregazione cittadina) quando 30 lavoratori della Ipervigile hanno inscenato un sit-in di protesta, urlando a passanti e semplici curiosi lo stato difficoltà economico che li attanaglia oramai da mesi. Già protagonisti di un precedente presidio (appena un giorno prima nei pressi della chiesa Santa Monica) i lavoratori, capitanati dal segretario provinciale della Cisal Lucia Pagano, hanno deciso stavolta di piazzarsi nei pressi dell’abitazione del loro ex datore di lavoro. La situazione è di quelle drammatiche: senza stipendio ma sopratutto senza lavoro. Motivi ritenuti “più che validi” per coinvolgere la stessa comunità di Nocera Inferiore. Due giorni fa l’incontro in Prefettura, disertato da diverse ditte che sarebbero dovute subentrare alla società nocerina, non ha fatto altro che esasperare maggiormente lo stato d’animo dei lavoratori.

nelle foto, due momenti del presidio
Dopo la revoca della licenza alla Ipervigile, sono infatti altre ditte ad occuparsi del trasporto valori per conto di banche e uffici postali. La richiesta dei sindacati è quella più ovvia del resto: trasferire i 257 lavoratori della Ipervigile in altre società. Ma intanto la preoccupazione delle guardie giurate cresce, visto che prima dei due sit-in fatti in pieno centro, si erano registrati dei veri e propri presidi presso la stessa sede di via Riccio. E per giorni interi. Il clima però rischia di accendersi anche nei prossimi giorni, vista la promessa di sindacati, ma soprattutto degli stessi lavoratori, di continuare ad oltranza. In piedi, con microfono e bandiere, uno dei lavoratori ha urlato: «Ho la casa pignorata dalla banca e non posso pagare le tasse universitarie per mia figlia». E giù cori contro i proprietari, praticamente assediati dagli ex dipendenti (giorni fa uno di loro fu scortato fuori dalla sede di via Riccio in compagnia degli uomini del commissariato di polizia) e nel mirino della stessa Cisal. «Natale quest’anno non lo faranno nè i lavoratori e nemmeno noi – dice Lucia Pagano – perchè non è corretto buttare queste persone in mezzo ad una strada. L’ultimo incontro in Prefettura è fissato per il 27 e lì chiederemo tutte le carte relative alle gare d’appalto. Abbiamo la sensazione infatti che stiano affidando tutto ad altre società che fanno riferimento sempre agli stessi proprietari. Se ricostruiranno altre società, ci rivolgeremo a Prefettura e Questura. Questa è una battaglia in nome della legalità». Ma intanto i mesi di novembre e dicembre, insieme alla tredicesima, tardano ad essere liquidati. L’azienda ha fatto sapere che qualcosa potrebbe muoversi con l’inizio della prossima settimana, ma i lavoratori nel frattempo hanno già annunciato un nuovo sit-in. Questa volta in piazza Diaz. Nel cuore dell’agorà cittadina. «Non daremo scampo a nessuno – urlano – e ci fermeremo solo quando cominceranno a pagarci quanto dovuto».

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