Il teatro Ghirelli dall'esterno

In quest’opera, portata in teatro per la prima volta nel 1975, Horovitz porta in scena la nevrosi, gli eccessi della società contemporanea propri di qualsiasi paese del mondo

Il teatro Ghirelli dall’esterno

 

di Gabriella Taddeo

La più nota commedia del grande drammaturgo Israel Horovitz, ma anche la più pungente. verrà recitata dalla compagnia del Teatro due di Parma presso il Teatro Ghirelli  dal 19 al 22 dicembre prossimi. “La fila”,  difatti, descrive con toni satirici e dissacratori le nevrosi e le piccinerie della società attuale in cui -sottolinea l’autore- la competizione oramai è alla base di tutti i tipi di rapporto. Una società di code e dello stare in fila. Quanto teniamo un po’ tutti ad essere i primi della fila anche a costo di piccoli o grandi atti immorali! Ma cosa ci aspetta alla fine della coda in cui ci siamo infilati?
La trama si snoda  attraverso cinque figure recitanti: quattro uomini ed una sola donna che competono fra loro in una lotta all’ultimo sangue per il primato di una fila senza né capo né coda, né scopo. Tutto sembra essere lecito e consentito ma la partita purtroppo è già fallita in partenza, non ci sono né vincitori né vinti per Horovitz  ma un non-senso generalizzato.
Non il merito né la competenza prevalgono ma il primato a tutti i costi con cinismo esagerato, passando sopra qualsiasi limite possibile. In altre parole Horovitz porta in scena la nevrosi, gli eccessi della società contemporanea propri di qualsiasi paese del mondo.
La commedia messa in scena per la prima volta nel 1975, ancora adesso viene rappresentata a New York almeno una volta all’anno. Dobbiamo a Walter Le Moli l’esportazione di questa pièce teatrale in Italia nel lontano 1986. Fu lui a commissionarne la traduzione e la successiva messa in scena dopo averla vista in America.
Il drammaturgo americano è stato estremamente produttivo: ha scritto ben settanta testi teatrali, messi in scena in più di trenta lingue differenti. Trasferitosi dal Massachussets a New York giovanissimo, ha ottenuto un successo internazionale come drammaturgo con opere quali: “L’indiano vuole il Bronx”, che lanciò Al Pacino nel teatro americano; “The Primari English class” nella prima versione newyorkese interpretato da Diane Keaton. E’ autore  anche di diverse sceneggiature per il cinema: il suo primo film “Fragole e sangue”  vinse nel 1970 il premio della Giuria al Festival di Cannes; “Sunshine” vinse l’European Academy Award come migliore sceneggiatura, James Dean fu nominato per l’Emmy Award. Ottimo successo di pubblico ebbe anche “Papà sei una frana (Author! Author!)” interpretato da Al Pacino. Nel 1975 ha fondato il “New York Playwrights Lab”, di cui è ancora oggi direttore artistico, con lo scopo di stimolare ed incoraggiare importanti e riconosciuti autori americani a scrivere per il teatro. In Italia è direttore artistico, insieme ad Andrea Paciotto, della Compagnia Horovitz-Paciotto con sede a Spoleto.
“La fila” che va in scena al Girelli è piacevole e sicuramente divertente e vuole far riflettere lo spettatore sul senso della vita in particolare quella odierna e lo spettatore viene sollecitato dall’autore anche ad immedesimarsi nei personaggi oltre che a spaventarsi, eccitarsi come i cinque attori.
Un testo riuscitissimo visto che le rappresentazioni si ripetono costantemente senza interruzione da quasi quarant’anni. Un record che detengono pochissimi testi contemporanei ad eccezione naturalmente dei grandi classici.

Di Gigi Di Mauro

Giornalista con esperienza quasi quarantennale, è educatore e pedagogista clinico. Da oltre un ventennio si dedica allo studio della storia comparata delle religioni, ottenendo nel 2014 dal Senato accademico dell'MLDC Institute di Miami una laurea Honoris Causa in studi biblici. È autore di alcuni saggi, tra i quali uno sulle bugie di storia e religione

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