Luigi Acanfora, della Nursind, denuncia: «Ormai sembra un ospedale da campo in assetto di guerra». Sempre più frequente la sosta dei pazienti in sedie e barelle per la mancanza di posti letto. E le lenzuola le portano i parenti da casa
di Nicola Sorrentino
Pazienti sulle barelle e mancanza di lenzuola per cambiare quelle sporche: l’ospedale Umberto I da tempo non vive certamente uno dei suoi periodi migliori. E il fatto che i problemi siano oramai arcinoti non facilita certo il lavoro di tutto il personale. Le soluzioni stentano a essere individuate, malgrado le proteste di familiari, addetti ai lavori e sindacati, i quali tutti insieme e più di una volta hanno segnalato i medesimi problemi alla direzione sanitaria e alla stessa Asl. Spesso si è parlato di professionisti impossibilitati a fornire risposte adeguate e di cittadini privati delle prerogative fondamentali per la salvaguardia della salute. Gli stessi rapporti tra i sindacati e l’Asl sono cominciati a peggiorare con il trasferimento del reparto di pneumologia, spostato da Nocera a Scafati, insieme a circa 36 operatori. Una “ferita” impossibile da rimarginare per gli addetti ai lavori nocerini e per chi, presso quell’ospedale, non lavora più da tempo. Oggi però i problemi maggiori li affrontano i pazienti: troppi infatti subiscono l’assenza di ricambi per i letti. Lo dice senza mezzi termini Luigi Acanfora, della Nursind, che affronta in primis il problema del sovraffollamento: «Da tempo i pazienti afferenti al pronto soccorso di Nocera vengono costretti su sedie e barelle perchè mancano i posti letto nelle unità operative, le quali sono già sovraccaricate, anche qui, con barelle e posti letto aggiunti. Scene da ospedale da campo in assetto di guerra! E’ questa la sanità che meritano i cttadini dell’Agro? A nulla sono valse le rassicurazioni che D’Ambrosio (direttore sanitario, ndr) ci ha fornito in una riunione di qualche giorno fa. Secondo lo stesso le nostre dimostranze sarebbero infondante, se non addirittura esagerate. E’ normale dunque questa tipologia assistenziale? E’ normale che i cittadini, il più delle volte anziani, siano costretti a dimorare su una barella o peggio ancora su una sedia, evenienza non rara, per ore e anche per qualche giorno, nei locali del pronto soccorso? Dove il personale è insufficiente ad accogliere ed evadere tutte le esigenze mediche ed infermieristiche». Anche sugli infermieri pare ci sia da ridire: «E’ normale – dice Acanfora – continuare ad operare e ad evadere anche nei campi che non rientrano nel proprio profilo professionale a causa della mancanza o assenza del personale OSS?». Difficile anche la situazione relativa alle lenzuola. Spesso e volentieri, come raccontano diversi addetti ai lavori, non è sempre possibile beneficiare di ricambi pronti. Molte volte ci si arrangia nel chiedere il tutto ad altri reparti, i quali a loro volta affrontano le medesime difficoltà. Altre volte ci pensano le famiglie a portare rifornimenti da casa. In molti si augurano che quell’acquisto, fatto di recente, attraverso la piattaforma So.Re.Sa (nell’ambito del piano di contenimento della spesa regionale) possa concretizzarsi il prima possibile. Anche solo per scorgere un piccolo spiraglio in un tunnel ancora buio e che ha visto il suo inizio con la chiusura del pronto soccorso di Scafati (eseguito dai carabinieri del reparto territoriale nocerino per una brutta vicenda di sanità, anticipando lo stesso decreto 49 che ne prevedeva la riconversione). Un’azione che – inevitabilmente – ha ingolfato il pronto soccorso nocerino. Facendo aumentare il carico di lavoro, lo stress e il numero di familiari pronti a perdere il controllo se si ritrovano ad aspettare più del dovuto per il loro turno. Storie di tutti i giorni e parte integrante di un ospedale, l’Umberto I, che vanta ottime professionalità e reparti d’eccellenza. Fattore che non andrebbe dimenticato.