Il giornalista del team di Rai Sport, nato e cresciuto a Nocera Inferiore, riceverà presto dalle mani del sindaco Torquato il riconoscimento che premierà il suo attaccamento alla città.

 

Continua a passi veloci il suo iter burocratico la proposta, avanzata dal primo cittadino Manlio Torquato, di concedere la cittadinanza onoraria al giornalista Fabrizio Failla, volto notissimo della redazione di Rai Sport, nato e cresciuto a via Matteotti di Nocera Inferiore. E’ infatti stata appena pubblicata all’Albo pretorio dell’Ente la determina 260 dello scorso 29 novembre, con la quale la Giunta comunale ha fatto sua la proposta del Sindaco e la sottoporrà al Consiglio comunale in una delle prossime tornate per l’adozione del provvedimento onorifico. La motivazione che vi si legge è “Le sue capacità unite al legame (attaccamento) per il territorio rendono Fabrizio un orgoglio per la nostra città e per tutta la provincia”.
«Una decisione – aveva spiegato il sindaco Torquato – non solo di pieno riconoscimento del valore giornalistico di Failla, nato e cresciuto a Nocera, e che onora a livello nazionale il mondo dello sport; ma anche una scelta che, proprio perchè di questi giorni (dopo Salernitana-Nocerina e Nocerina-Paganese, nda), diviene fortemente simbolica. È ad un protagonista nazionale del giornalismo calcistico della nostra terra, che è stato anche in quest’occasione esempio di qualità e di equilibrio, che vogliamo tributare il maggior riconoscimento cittadino».
Fabrizio Failla, figlio di un noto psichiatra nocerino, è ovviamente decisamente orgoglioso della proposta del Comune nel quale è nato e dal quale è partito per la carriera di giornalista sportivo dopo aver lasciato, nel 1983, a bocca aperta milioni di spettattori di un telequiz dell’epoca a cui partecipava come concorrente esperto di calcio. La preparazione che il 22enne Fabrizio dimostrò allora attirò immediatamente le attenzioni dei più preparati giornalisti Rai dell’epoca che lo vollero ben presto con loro.

Una recente immagine di Failla alle prese con una telecronaca di pallanuoto, altro sport che ama e segue

«Non si può scegliere dove nascere e dove vivere – ci dice Fabrizio – Ma ognuno sa invece bene dove sono le sue radici. E malgrado il mio lavoro mi porti continuamente in giro per il mondo (almeno 200 giorni all’anno, a conti fatti), è a Nocera che io sento aver forti le mie origini. Ogni volta che, schierandomi palesemente od operando di nascosto, mi capita di poter fare qualcosa per Nocera, lo faccio con grande entusiasmo perché prima di tutto lo faccio per me stesso e la città dove sono nato e cresciuto».
-Cosa resta del ragazzone che nel 1983 lasciò mezza Italia a bocca aperta per le sue profonde conoscenze del mondo del calcio?
«Sono assolutamente lo stesso, in fondo – ci risponde Failla, cui è anche dedicato il simpatico gruppo di Facebook “Nocera nel pallone:Ridateci Failla” – Di quel ragazzo è rimasta l’anima, benché stratificata dal vissuto nel frattempo trascorso. I valori, quelli fondamentali, sono certamente rimasti quelli».
-Visti anche geograficamente da lontano, degli accadimenti recenti a Nocera che pensi?
«Posso dirti e ricordare a me stesso che ero a Nocera, in piazza come tutti, nel 1982, quando ci fu negata la promozione nella partita contro il Campobasso. Ma allora fu una scelta geopolitica. A mio parere è stata una vicenda, quella attuale, nella quale hanno sbagliato tutti: in primis lo Stato, che da un lato pretende la tessera del tifoso, e dall’altro permette ad un Prefetto di poter affermare che non riesce a garantire l’ordine pubblico. Ma anche la Lega di categoria da questa vicenda esce con una credibilità minata. Non ci si può fare vanto di essere stati determinanti in questioni, assolutamente fondamentali, come la rimozione delle barriere architettoniche negli stadi, e poi si brilla per assenza in vicende come quelle che hanno visto protagonista la Nocerina. Nè è ammissibile che si faccia giocare a 500 chilometri di distanza un derby tra  due città che distano un chilometro tra loro. Ma – continua il giornalista sportivo – anche i tifosi non sono affatto esenti da colpe. La verità, ovviamente, sarà l’Autorità giudiziaria a stabilirla, ma se i fatti dovessero, in maniera esatta o quantomeno fondata, essere reali, non posso non dire che la coercizione, in qualsiasi modo venga esercitata è sempre sbagliata. Non è questo il ruolo che spetta ai tifosi. D’altra parte devo dire che è stato per molti fin troppo facile accusare i tifosi di situazioni esplose a causa di problematiche che questi hanno subito. Ma, ribadisco, non è il ruolo dei tifosi fare rivalse in quel modo. Ovviamente – continua con enfasi Fabrizio dimostrando quanto si senta veramente partecipe dei problemi dei tifosi – la società non è affatto immune da questi accadimenti. Si doveva trovare, prima, una soluzione che evitasse l’esacerbarsi degli animi. Anche se possono esistere infortuni non direttamente derivati dall’azione di gioco quella sceneggiata messa in scena a Salerno è davvero segno di grande mancanza di rispetto nei confronti dei veri tifosi in primis, ma anche degli ospiti e di quant’altri girano intorno all’ambiente calcistico».
-Ne hai per tutti, quindi. In questa vicenda in cui pare ognuno ha fatto la sua parte negativa c’è qualcuno da salvare?
«Sicuramente salvo il sindaco, Manlio Torquato. E’ davvero encomiabile l’impegno che sta profondendo su più fronti per salvare l’immagine della città così duramente nessa a prova dagli eventi».
-Ci avviamo ai mondiali brasiliani. Tu sarai della squadra Rai?
«Per me da ora alla fine dei mondiali di calcio sarà un periodo decisamente intenso, dal momento che nel 2014 oltre all’appuntamento brasiliano c’è quello degli europei di pallanuoto a Budapest. E per me, in particolare con la pallanuoto, sarà una nuova sfida nel trasmettere nel modo giusto emozioni e passione ai telespettatori».

Di Gigi Di Mauro

Giornalista con esperienza quasi quarantennale, è educatore e pedagogista clinico. Da oltre un ventennio si dedica allo studio della storia comparata delle religioni, ottenendo nel 2014 dal Senato accademico dell'MLDC Institute di Miami una laurea Honoris Causa in studi biblici. È autore di alcuni saggi, tra i quali uno sulle bugie di storia e religione

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