di Gabriella Taddeo

 

E’ stato presentato da pochi giorni a Roma l’Atlante statistico del Mibact in collaborazione con l’Istat e la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome.


«Con questa indagine – ha commentato il ministro Massimo Bray – per la prima volta abbiamo un quadro organico e condiviso. La Cultura e il Turismo sono le due leve su cui disegnare il futuro del paese e questo sistema informativo integrato è prezioso, perché ci dice dove siamo, dove sono i nostri punti di forza e quelli di debolezza. Abbiamo di fronte una grande sfida: lo sforzo che va fatto è alzare il tono e far capire che il paese ha futuro se pone la cultura al centro del dibattito, degli investimenti e della formazione».
L’Italia può dirsi la terra dei musei, nel corso del 2011 ne sono stati censiti: 4.588 tra strutture, aree archeologiche e complessi monumentali, di cui 414 statali e 4.174 non statali. Ci sono in pratica 1,5 musei ogni 100 kmq, uno ogni 13mila abitanti. Le regioni a maggior densità sono Emilia Romagna, Toscana e Piemonte. Ben 1.909 istituti (141,6%) appartengono ai Comuni e solo il 9% al Ministero competente; i musei statali, però, da soli, attraggono più di 40 milioni di visitatori, cioè il 38,8% del totale. La maggior parte dei musei (63,8%) è di proprietà pubblica.
Tale atlante statistico è un sistema informativo integrato, già online, che è stato fatto in base ad un protocollo d’intesa siglato il 25 luglio del 2012 tra il Mibact, l’Istat, le regioni e le province autonome, che verrà aggiornato ogni tre anni, ha annunciato il segretario generale del Mibact, Antonia Pasqua Recchia.
Sul sito www.Imuseiltaliani.Beniculturali.it è possibile scoprire i numeri del nostro patrimonio. Una sorta di miracolo: un comune su tre possiede un museo. Tuttavia tutto è ancora molto centralizzato: i musei dotati di bilancio autonomo sono solo il 25% su 4.428 e su 409 musei statali solo quattro. L’incidenza delle spese di funzionamento (incluse le spese per il personale) pesa sul totale per il 28,6% per oltre il 90% e per il 25,5% tra il 71-90%, ma uno su tre incassa non più di 20mila euro dalla vendita di biglietti e, addirittura, quasi la metà è a ingresso del tutto gratuito mentre il 49,3 % non ha un sito web (49,3%).
E, infatti, questo patrimonio diffuso ha molti nodi da sciogliere relativi alla gestione, risorse e personale: circa l’80% degli istituti ha non più di 5 addetti e solo l’1,5% ne ha da 50 in su: quindi c’è ancora moltissimo ancora da fare. Solo la metà dei musei (45,8%) nel 2011 ha organizzato una mostra o un’esibizione temporanea, fortunatamente però la metà (49,9%) degli istituti appartiene a un sistema museale organizzato, che condivide risorse, spese e crea sinergie.
Per quanto poi riguarda le entrate delle biglietterie risulta che il 62,3% non ne ha affatto.
Nel 2011 i visitatori hanno raggiunto la cifra di 103.888.764 unità, ma il pubblico si concentra in poche destinazioni: il 51% degli ingressi si divide tra Toscana (22,1%), Lazio (20,1%) e Lombardia (8,8%).
Quali sono gli interventi che hanno una priorità d’intervento? Sono necessarie massicce campagne di informazione, un radicale rinnovo degli allestimenti ed urgenti manutenzioni nonché restauri delle collezioni e dei beni.
Molte strutture sono a tutt’oggi ancora poco attrattive ed hanno sia le loro risorse che gli addetti insufficienti e del tutto impreparati ed inidonei.

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