Anche questa volta il regista salernitano riescea tirar fuori dagli attori le migliori possibilità interpretative

di Gabriella Taddeo

 

Dal 16 novembre fino al 15 dicembre la compagnia dell’Eclissi presenta presso il Teatro Genovesi “Il berretto a sonagli”, di Luigi Pirandello, con  la regia di Marcello Andria.
In uno spazio chiuso di un interno borghese si svolgono le insolite vicende di Beatrice, moglie  del ricco e rispettato cavalier Fiorica, e dello scrivano Ciampa, dipendente del cavaliere in una Sicilia primi novecento.


Invece di tacere come di solito in quell’epoca ed in quel contesto per il tradimento del marito, la donna ne porta allo scoperto la tresca con la moglie di Ciampa, tessendo una strategia con la collaborazione dell’ambiguo delegato Spanò e riuscendo a far scoppiare uno scandalo con l’arresto conseguente dei due fedifraghi.
Ma la trappola, che apparentemente è per i colpevoli si ribalta sulla donna stessa, che in seguito all’episodio viene costretta letteralmente dai suoi stessi parenti e dallo scrivano becco, a dichiararsi pazza ed a farsi ricoverare per tre mesi in un manicomio, salvando così la faccia e le apparenze  per tutti compresa se stessa.
Pirandello sottolinea l’atavica legge non scritta ma realmente esistente per quell’epoca della donna, custode del vincolo matrimoniale, che deve sottomettersi al punto da sopportare qualsiasi sopruso dal suo uomo mettendo sotto i piedi la sua dignità di essere pensante. Ma emerge anche pesantemente l’isolamento affettivo e sociale, la prevaricazione sociale, il vassallaggio quasi feudale sia dello scrivano che della donna, il velleitarismo della ribellione femminile.
La scena è delimitata da una simbolica successione claustrofobica di finestre inizialmente chiuse che poi sembrano aprirsi per poi richiudere inesorabilmente lo spazio e la libertà della protagonista ma anche di tutti gli altri personaggi schiavi inconsapevoli delle consuetudini sociali.
La verità, l’autenticità vengono rifiutate dall’intero ambito sociale e familiare per far trionfare l’ipocrisia ed il falso perbenismo che domina incontrastato persino nella mente del maschio tradito, lo scrivano Ciampa.
La compagnia riesce a dare una magistrale interpretazione del dramma pirandelliano. In particolare i due protagonisti, interpretrati da Felice Avella e Flavia Palumbo, catturano l’attenzione in una serrata partitura dai ritmi mossi e concitati che vogliono sottolineare anzi evidenziare al massimo l’infelicità, il tormento irrisolto ed irrisolvibile di tutti non solamente della offesa Beatrice.
Marcello Andria, il regista, riesce anche questa volta come sempre a darci una felice sintesi del dramma, tirando fuori dagli attori le migliori possibilità interpretative.

I PROSSIMI APPUNTAMENTI AL TEATRO GENOVESI SEMPRE CON LA REGIA DI MARCELLO ANDRIA SARANNO: DAL 21 DICEMBRE AL 6 GENNAIO “MADRI AMOROSE” DI ALDO NICOLAJ, DALL’11 GENNAIO AL 19 GENNAIO “IL NODO DELLA PERPENDICOLARE”  DI CLAUDIO GRATTACASO

Di Gigi Di Mauro

Giornalista con esperienza quasi quarantennale, è educatore e pedagogista clinico. Da oltre un ventennio si dedica allo studio della storia comparata delle religioni, ottenendo nel 2014 dal Senato accademico dell'MLDC Institute di Miami una laurea Honoris Causa in studi biblici. È autore di alcuni saggi, tra i quali uno sulle bugie di storia e religione

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