Apprezzatissima la raccolta in vernacolo dello scrittore nocerino, che disegna con le parole anche tristezze e sentimentalismi di un tempo che non c’è più
di Maria Rita Cuccurullo
Un nome, un’esperienza.
E’ quella di Antonio Ranucci, con la pubblicazione della sua prima raccolta di poesie in vernacolo.
“Viene cu’ mme” è il nome del libro presentato mercoledì 30 ottobre nell’aula consiliare del Comune di Nocera Inferiore, in una cornice di partecipazione e di entusiasmo da parte dei presenti. La serata, che ha avuto inizio con il saluto del vice sindaco dottoressa Maria Laura Vigliar e la presentazione di Alfredo Salucci, diabetologo ma anche apprezzatissimo giornalista, è stata vissuta in un contesto suggestivo arricchito dalla presenza di quadri di autori locali e dalla recitazione di alcune poesie. Un poeta eclettico che vanta un intenso percorso letterario. I suoi scritti a volte dispersi, a volte letti da lui personalmente o da amici, sono ricchi di carica emotiva e di gioviale entusiasmo. Con la sua penna scorrevole, il suo vernacolo impeccabile, Nino Ranucci è riuscito a cogliere i sentimenti, a toccare l’animo di chi legge, di chi ascolta con la gioiosità delle immagini che si susseguono rapide imprimendo sulla tela del tempo emozioni che si fermano e rimangono indelebili.
Nino Ranucci con la sua poesia che affronta anche tematiche sociali importanti arriva a diluire, non a caso, la drammaticità di certi tratti del vivere umano con intelligente ironia e delicata ilarità. Da ogni verso trasuda sempre l’autenticità del sentire, dalla fragilità alla forza, dalla gioia alla tristezza, dal ricordo alla speranza, tutto sostenuto dal suo profondo amore per la vita. Soprattutto quando volge lo sguardo al passato, al sapore antico che evoca dolcezza così come quando si districa tra i vicoletti e i cortili d’un tempo, il calore degli affetti più cari e la tenerezza dell’amore attraverso i batticuori, la prime passioni, il corteggiamento dell’amata di cui ne esalta, con maestria, la bellezza e la delicatezza. “Viene cu’ mme”, dunque, è una lettura leggera, fruibile, una compagna di viaggio che attinge da ieri la forza per vivere oggi.