di Gabriella Taddeo
Un caleidoscopio spettacolare di flash visivi (video, musiche, danza) è la rappresentazione della compagnia di Pippo Del Bono, veramente unica nel suo genere, tenutasi recentemente al teatro Verdi di Salerno nell’ambito della programmazione del teatro Ghirelli salernitano. I testi frammentari provengono da insigni, grandissimi autori come Artaud, Kafka, Alda Merini, Whitman, Pizarnik, coordinati fra loro da un’ unica voce fuori campo quella dello stesso Pippo Del Bono e da musiche di Verdi, Ciakovski,dal violino inimitabile di Alexander Balanescu. Atmosfere surreali, visionarie, maledette che chiamano in campo oltre che presenze di attori –figure quasi fantasmiche, immobili come in un quadro di De Chirico anche presenze provenienti dalla realtà attuale proiettati sulla scena in video gigantografico: i degenti di un manicomio, gli immigrati ed esuli da paesi in guerra, i carcerati. In altre parole va in scena la diversità ed il dolore del mondo attuale. Ricorre spesso l’immagine del mare come naufragio dell’Italia contemporanea. Lo spettacolo di Del Bono può definirsi un grande urlo di Munch ma ancora più carico di angoscia e di protesta.